TRENTO e BOLZANO

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A capo dell’Ozav viene posto un commissario supremo, il Gauleiter del Tirolo Franz Hofer. Fin dall’inizio la politica nazista su quest’area aveva previsto la futura annessione del Sudtirolo alla Germania e la «tedeschizzazione» dell’Alto Adige.

In questo contesto il Sudtirolo divenne, soprattutto nel corso del 1944, un territorio dove vennero deportate diverse persone da poter utilizzare come lavoratori coatti, in particolare, nelle fabbriche dei campi satelliti e in quelle annesse al Polizei-und Durchgangslager di Bolzano.  Il lager rappresenterà anche uno strumento importante per l’invio di deportati oltre Brennero che saranno, in gran parte, impiegati come lavoratori forzati.

Bisogna ricordare che nel Sudtirolo, il 1939 non rappresentò solo lo scoppio del secondo conflitto mondiale, ma anche l’inizio della nota questione delle «Opzioni» per i sudtirolesi di lingua tedesca ovvero la possibilità che essi potessero lasciare la provincia di Bolzano (e l’Italia) in seguito all’accordo tra Mussolini e Hitler al fine di risolvere il contenzioso sull’Alto Adige e sulle altre isole linguistiche tedesche e ladine presenti nel paese. Alla popolazione di lingua tedesca, ladina, mochena e cimbra fu chiesto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo Reich o se rimanere cittadini italiani rinunciando al riconoscimento di minoranza linguistica ed etnica.

Con la questione delle «Opzioni» si entra in parte anche nella questione del lavoro e del conseguente tema dell’invio di manodopera da e per il Sudtirolo/Alto Adige.

La scelta di essere «Optanten», mette gli imprenditori delle aziende di questa provincia di fronte alla necessità di rioccupare questi posti con le stesse competenze, in breve tempo. Le «Opzioni» iniziano il 21 ottobre 1939 e si concludono dopo il 6 settembre del ‘43 per via dell’arrivo delle truppe naziste in provincia. In merito al contesto generale della guerra occorre menzionare che tutta l’Ozav e nello specifico la città di Bolzano, in particolare, fu pesantemente bombardata e vi fu un massiccio ricorso di manodopera generica al fine di riattivare l’importante linea ferroviaria e per la rimozione e lo sgombero delle macerie.

In questa provincia i nazisti utilizzarono anche i lavoratori dell’Europa orientale (i cosiddetti Ostarbeiter) perché ritenuti più produttivi rispetto agli operai della Todt e in particolare rispetto agli italiani che invece erano considerati dei Brotgegessen, ovvero dei “mangiatori di pane a tradimento”. 

Si rammenta che anche il territorio della provincia di Trento rientra nell’Ozav con la conseguente sospensione della sovranità della Repubblica Sociale Italiana (RSI), ma con alcune significative sfumature rispetto alla provincia di Bolzano.  La più evidente interessa la posizione del Gauleiter Hofer e il suo consenso affinché si nominasse il commissario prefetto, l’avvocato Adolfo De Bertolini.

Seppure De Bertolini riuscì a mantenere in vita il corpo dei carabinieri, il suo operato fu strettamente controllato dal consigliere Kurt Heinricher e dai funzionari locali di Hofer. In tutto il Trentino erano presenti le strutture repressive naziste e i seguenti comandi che si contendevano l’utilizzo dei lavoratori: la Todt, l’organizzazione Speer e la Flak.  Tre sono attive nelle zone di «confine» tra l’Alpenvorland e il territorio della Rsi (ad Ala, a Riva del Garda e a Torbole) mentre il «sevizio d’ordine» sarà successivamente garantito anche attraverso la costituzione del Corpo di sicurezza trentino (Cst) direttamente addestrato da ufficiali tedeschi.

Sulla base della consultazione delle carte presenti presso l’archivio di Stato di Trento, risulta che gli atti prodotti durante il periodo di De Bertolini siano stati mandati al macero nei primi anni Cinquanta. Di conseguenza questo rende molto difficile la ricostruzione della storia dello sfruttamento di manodopera in questo territorio da parte del Terzo Reich. 

Vista la scarsa documentazione finora emersa, siamo comunque a conoscenza di diversi rastrellamenti e di operazioni antipartigiane in particolare nella Val di Fiemme e nella Val Cadino dove furono catturate diverse persone che vennero poi inviate oltre Brennero o sfruttate in loco dai nazisti come manodopera coatta.

Elenco delle singole aree provinciali dell’Ozav dei confini amministrativi

L‘elenco dà conto di tutte le singole aree territoriali dell’OZAV nei confini amministrativi del tempo (Günter Pallaver, Leopold Steurer [a cura di], Deutsche! Hitler verkauf Euch! Das Erbe von Option und Weltkrieg in Sudtirol, Bozen, Raetia, 2011.

PAROLE DI STORIA

Le Opzioni del 1939 in Sudtirolo e la diminuzione della presenza di lavoratori per le aziende tedesche e italiane nel territorio.

I lavoratori dal resto d’Italia sostituiscono gli Optanti in agricoltura e in fabbrica.

I lavoratori generici e specializzati in Sudtirolo/Alto Adige.

I lavoratori forzati nel Sudtirolo, la provincia del Terzo Reich.

I lavoratori in Sudtirolo sono come i lavoratori forzati in Germania e in Austria.

di Antonella Triburzi e Costantino Di Sante