2. IL RECLUTAMENTO DI MANODOPERA NEL “LITORALE ADRIATICO”

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Nonostante l’Ufficio del lavoro dell’Alto Commissario Germanico avesse incrementato l’attività d’ingaggio di manodopera da inviare nel Reich, svolta dagli Uffici Provinciali di Collocamento, la risposta dei lavoratori deluse le aspettative. Il Supremo Commissario, pur continuando a sostenere che il reclutamento doveva avvenire su base volontaria, costrinse ad andare nel Reich persone già occupate in aziende non connesse all’economia di guerra.  Accanto a ciò, Rainer emanò, il 29 novembre 1943, un richiamo per classi nell’ambito del Servizio obbligatorio di guerra, cui seguirono i bandi per il Servizio del lavoro, con precettazione per cartolina, del 5 marzo, del 30 luglio e del 14 settembre 1944. Molti dei richiamati che avevano scelto di entrare nell’Organizzazione Todt per ottenere un’occupazione nei cantieri del Litorale, con l’estate del 1944 furono mandati forzatamente in Germania. La maggioranza della manodopera inviata coattamente nel Reich fu però costituita dalle migliaia di uomini e donne reclutate con la forza in seguito alle improvvise retate urbane e, soprattutto, ai continui rastrellamenti condotti in chiave antipartigiana nei paesi e nelle cittadine della costa, nell’altipiano carsico, nelle campagne dell’entroterra, nelle vallate e nelle comunità montane.

di Sara Bergamasco

I rastrellamenti nel ‘Litorale Adriatico’

Le retate nel ‘Litorale Adriatico’