Memoria controversa e dovere della memoria

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Nonostante fosse numericamente consistente, la vicenda dei lavoratori civili italiani coatti nel Terzo Reich non trovò una precisa collocazione nella memoria pubblica dell’Italia postfascista e nemmeno fu presa in considerazione nelle misure di risarcimento verso le vittime ed i perseguitati decise dai governi succedutisi prima nel Regno del Sud e poi nella Repubblica.
Sotto il secondo aspetto fu dirimente la scelta di considerare discriminante la volontarietà: data l’impossibilità concreta di vagliare chi avesse accettato le proposte di assunzione per il lavoro nel Reich, e chi invece fosse stato vittima di misure coattive, si decise in alto loco di non indennizzare nessuno di loro.
Il possibile stigma di “collaborazionista” pesò anche sulla assai scarsa autorappresentazione del lavoro in Germania nella memorialistica, spingendo semmai coloro che vi erano stati inviati dopo l’8 settembre 1943 a rifugiarsi sotto il più agevole ombrello di “deportato”, di cui parecchi si servirono nelle dichiarazioni rese dopo il ritorno in patria di fronte a organi ufficiali.
Ovviamente questo escamotage era precluso ai reclutati del periodo precedente, non di rado “colpevolizzati” come fascisti tout court, sebbene al momento della loro partenza quali braccianti, manovali, minatori, operai industriali, per la Germania, cioè dal 1938 al 1942, buona parte di coloro che poi si sarebbero, meritoriamente, schierati contro la RSI e l’occupante tedesco, comprese figure di spicco tra intellettuali, uomini di cultura, scrittori e giornalisti, fossero ben lungi dall’esprimere sentimenti ostili verso il regime, il suo duce, e le norme che erano state da essi emanate, comprese le più odiose. A tre quarti di secolo dalla fine della guerra è ormai venuto il tempo, invece, di restituire alle decine di migliaia di donne e di uomini che da questa vicenda furono coinvolti e spesso travolti una biografia, una storia, un volto.
Questo il senso e l’obiettivo della nostra ricerca e di questa mostra fotografica, che ci si augura diventi stimolo per approfondimenti ulteriori.