TOSCANA

Anche in Toscana le operazioni volte all’arruolamento di manodopera iniziarono poco dopo l’arrivo degli occupanti. Le autorità tedesche e italiane si mossero su più piani: si tentò innanzitutto di reclutare lavoratrici e lavoratori volontari attraverso un’intensa campagna propagandistica, che prevedeva da una parte la mobilitazione delle organizzazioni sindacali e dall’altra la diffusione di manifesti, volantini, inserzioni sui giornali, nonché eventi ricreativi destinati ad avvicinare operai e disoccupati (v. sezione La propaganda nella dimensione locale). Già nell’autunno 1943 si segnalano tuttavia alcune retate di civili ed arresti di sospetti antifascisti, poi inviati nel Reich, certamente nelle provincie di Firenze e Massa…

TORINESE

Il Torinese, come tutto il triangolo industriale, ha avuto enorme rilevanza nel reclutamento di manodopera per la Germania, sia prima, sia dopo l’8 settembre 1943.Successivamente all’armistizio e all’occupazione, il Piemonte fu la quarta regione d’Italia per consistenza numerica di inoltrati nel Reich: dalla sola provincia di Torino partirono oltre 7.000 lavoratori. A parte quanti vi si recarono «volontariamente», le modalità di prelievo coattivo che condussero ai maggiori risultati furono le «azione carceri», ovvero di svuotamento delle prigioni dei territori in cui erano insediati i nazisti e il governo salodiano, incorse a seguito degli accordi del giugno 1944 stipulati tra Mussolini…

SICILIA

La Sicilia, come del resto larga parte del Sud, con l’unica eccezione della provincia di Bari, ha conosciuto le partenze emigratorie «volontarie» per il Reich solo a partire dal 1940.Nei primi ingaggi per l’impiego in agricoltura, infatti, i tedeschi richiedevano manodopera esperta nelle coltivazioni della barbabietola e delle patate.Solo più tardi, dal 1941, le pressioni delle periferie meridionali per l’impiego anche dei propri braccianti portò infine a contingentate partenze dal Sud anche per il lavoro agricolo. Sempre dal 1940, la richiesta tedesca di manodopera edile, mineraria, e cantieristica si sarebbe volta anche al Sud. A caratterizzare primariamente la Sicilia furono…

SARDEGNA

A partire dall’8 settembre e per un’intera settimana le truppe tedesche si ritirarono dalla Sardegna con i reparti meccanizzati della 90ª Panzergrenadier Division, come concordato con il generale Antonio Basso per una indolore evacuazione dall’isola. Non vi furono dunque i tragici e numerosi episodi che insanguinarono la penisola per oltre un anno e mezzo, e neppure dalla Sardegna vi fu alcun prelievo di persone, né per inviarli in KL quali deportati politici, o ad Auschwitz se deportati in quanto ebrei, o verso Stalag ed Oflag se militari o verso il sistema controllato dal GBA Fritz Sauckel se lavoratori coatti. Ciò…

TRENTO e BOLZANO

A capo dell’Ozav viene posto un commissario supremo, il Gauleiter del Tirolo Franz Hofer. Fin dall’inizio la politica nazista su quest’area aveva previsto la futura annessione del Sudtirolo alla Germania e la «tedeschizzazione» dell’Alto Adige. In questo contesto il Sudtirolo divenne, soprattutto nel corso del 1944, un territorio dove vennero deportate diverse persone da poter utilizzare come lavoratori coatti, in particolare, nelle fabbriche dei campi satelliti e in quelle annesse al Polizei-und Durchgangslager di Bolzano.  Il lager rappresenterà anche uno strumento importante per l’invio di deportati oltre Brennero che saranno, in gran parte, impiegati come lavoratori forzati. Bisogna ricordare che…

BELLUNO

La presenza di lavoratori bellunesi nel Reich negli anni 1938-1945 fu assai consistente, ma tutta calata dentro una tradizione migratoria stagionale di lunga data, così che alla fine di luglio 1941 essa ammontava a 3826 unità. Dal 1942, le partenze dei lavoratori, inquadrati nelle organizzazioni sindacali fasciste o reclutati da ditte italiane operanti in Germania, diminuirono sensibilmente. In ogni caso alla fine del 1943 nelle terre del Reich erano presenti 1936 lavoratori dell’industria, per lo più intrappolati dopo il 25 luglio, cui si aggiungeranno nella primavera successiva i 5-600 lavoratori agricoli stagionali per un totale di circa 2500 unità. Ai…

OZAV – Operationszone Alpenvorland

A seguito dell’Ordinanza promulgata da Hitler il 10 settembre 1943 che divideva l’Italia in «zone d’operazioni e restante territorio occupato», le province di Trento, Bolzano e Belluno, cui vennero sottratti e aggregati a Bolzano i Comuni di Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia, entrarono a far parte dell’Operationszone Alpenvorland (OZAV) Zona d’operazioni delle Prealpi. Quale Supremo Commissario, fu nominato il governatore del Tirolo, Franz Hofer, deciso a riunificare l’antica contea del Tirolo divisa tra l’Italia e il Reich. In questo quadro, già configurato dalle Opzioni iniziate nel 1939 che davano ai sudtirolesi di lingua tedesca…

1. LA ZONA DI OPERAZIONE “LITORALE ADRIATICO”

L’occupazione germanica dell’area alto-adriatica dell’Italia diede vita alla Operationszone ‘Adriatisches Küstenland’, Zona di Operazione ‘Litorale Adriatico’ (OZAK), dove la sospensione della sovranità italica cedette il posto ad un’amministrazione civile tedesca, direttamente dipendente da Hitler. Come in altre regioni europee formalmente o concretamente annesse al Reich, il suo controllo fu assegnato al governatore di un Gau confinante: il Gauleiter della Carinzia Friedrich Rainer. Il Supremo Commissario Rainer assunse il potere assoluto in ambito politico, giudiziario ed economico e si impegnò a soddisfare il bisogno di braccia dell’economia di guerra tedesca incoraggiando l’avvio su base volontaria di lavoratori nel Reich. Oltre a…

2. IL RECLUTAMENTO DI MANODOPERA NEL “LITORALE ADRIATICO”

Nonostante l’Ufficio del lavoro dell’Alto Commissario Germanico avesse incrementato l’attività d’ingaggio di manodopera da inviare nel Reich, svolta dagli Uffici Provinciali di Collocamento, la risposta dei lavoratori deluse le aspettative. Il Supremo Commissario, pur continuando a sostenere che il reclutamento doveva avvenire su base volontaria, costrinse ad andare nel Reich persone già occupate in aziende non connesse all’economia di guerra.  Accanto a ciò, Rainer emanò, il 29 novembre 1943, un richiamo per classi nell’ambito del Servizio obbligatorio di guerra, cui seguirono i bandi per il Servizio del lavoro, con precettazione per cartolina, del 5 marzo, del 30 luglio e del…

3. DESTINAZIONE DEI LAVORATORI COATTI DELL’OZAK

Fra settembre e dicembre 1943 vi fu un invio cospicuo di braccia verso mete rurali dell’Assia e verso le fabbriche della Turingia, della Renania, della Westfalia, della Bassa Sassonia e alla volta delle officine aeronautiche della Pomerania. Alcuni lavoratori finirono nei Paesi occupati dalla Germania: operai specializzati dei cantieri navali alto-adriatici vennero spostati in quelli di Danzica o impiegati nel recupero di torba fossile a Baronovici; altri furono destinati a Minsk, presso le manifatture di calzature militari, o in Cecoslovacchia, sia come rurali che come operai edili al servizio dell’esercito tedesco. Le vittime dei rastrellamenti che colpirono il Carso triestino…